domenica, marzo 27, 2011

Germania: sconfitta la Merkel, in Baden-Wuerttemberg vincono i Verdi | ilJournal.it

Nuova pesante sconfitta per la cancelliera tedesca Angela Merkel nelle elezioni regionali. Il suo partito Cdu ha perso il potere nello Baden-Wuerttemberg, regione controllata fin dalla nascita della fondazione della Repubblica federale 60 anni fa. Le urne si sono chiuse alle 18. Secondo le prime proiezioni la Cdu dovrebbe ottenere il 38% dei voti, ovvero un meno 6% se si considera che nel 2006 ottenne il 44,2% delle preferenze. I suoi alleati, i liberali guidati da Westerwelle, sono passati al 10,7 a uno scarso 5% e non è nemmeno sicuro che riescano a raggiungere la soglia di sbarramento posta appunto al 5%. Vincono i Verdi che diventano il primo partito della sinistra passando dall’11,7% al 25. La Spd (socialdemocrazia) dal 25,2 % è scesa al 23,5 mentre la Linke (sinistra radicale) non raggiunge lo sbarramento ottenendo soltanto il 3%.

Che le elezioni regionali di quest’anno non sarebbero state facili per la Merkel lo si era iniziato a intravedere a fine febbraio quando, alla prima tornata in Amburgo, i Social Democratici (SPD) presero il 50% dei voti e la Cdu meno del 22. Poi vene la Sassonia Anhalt in cui il partito della cancelliera, pur perdendo qualche punto percentuale, riuscì a rimanere il principale partito. Ma la sconfitta di oggi conferma una tendenza che non può non preoccupare Berlino. Scrive Andrea Tarquini su Repubblica

Pesantissima e duplice disfatta di Angela Merkel e del suo vice Guido Westerwelle in Germania. La Cdu della Cancelliera perde clamorosamente il potere nel ricchissimo Baden-Wuerttemberg dove governava dalla fondazione della Repubblica federale. E resta all’opposizione in Renania-Palatinato. Nel Baden-Wurttemberg, da sempre simbolo del centrodestra tecnocratico ed efficiente e della prosperità del “modello Germania”, probabilmente il prossimo governatore sarà il leader locale dei Verdi, Winfried Kretschmann. Per la prima volta nella Storia cioè un ecologista guiderà uno dei 16 Stati della federazione.

Non è dunque bastato ad Angela Merkel e al leader liberale, vicecancelliere e ministro degli Esteri Guido Westerwelle promettere l’addio al nucleare, con un voltafaccia clamoroso, dopo la tragedia in Giappone; non è servito cavalcare i sentimenti pacifisti dell’opinione pubblica schierandosi con Cina e Russia e contro la maggioranza dell’Unione europea e della Nato sul caso Libia. Il voto di oggi appare il più importante nel ‘Superwaljahr 2011′, e il più catastrofico per la cancelliera e per il suo centrodestra. Da stasera la ‘donna più potente del mondo’ appare piuttosto un lame duck, un’anatra azzoppata. Le basi del suo potere vacillano, i nemici interni nel centrodestra rialzano la testa. I più pessimisti vedono nei risultati persino un possibile inizio del suo tramonto. L’instabilità politica tedesca pesa su tutta l’Europa, il governo federale che su ogni tema, dal nucleare alla Libia all’austerità per salvare l’euro, cerca di dar lezione e impartire ordini ai partner europei, si trova davanti alle macerie del suo potere.


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