mercoledì, marzo 23, 2011

Veneto, no della Lega al nucleareE il Pdl adesso rimane isolato

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Nucleare in difficoltà: moratoria di 1 anno del Governo, no della Lega in Veneto a dispetto del Pdl e dalla Germania arriva il dietrofront della Merkel che vuole uscire dall'atomo

Venezia. Sono ben quattro, in Consiglio del Veneto, i documenti che chiedono il voto per «no» al nucleare sul territorio regionale. Ma quello che fa più rumore è quello presentato dalla Lega Nord che spiazza gli alleati del Pdl. E che ribadisce, sulla scia delle dichiarazioni del presidente Zaia, il no ad una centrale nucleare in Veneto nonostante il sì in Parlamenti dello stesso Zaia e della Lega all'atomo.

Nel corso dei lavori odierni del Consiglio sono stati presentati e illustrati i «no» al nucleare del Pd, Idv, Federazione Sinistra Veneta e appunto Lega Nord; quindi è seguito il dibattito dell’assembla regionale. Laura Puppato capogruppo del Pd ripercorrendo le vicende del dibattito sul nucleare in Italia ha osservato che la legge varata nel 2009 dal Governo Berlusconi di cui faceva parte anche l’oggi Governatore Zaia, ha cassato l’esito del referendum del 1987 per mettere nelle mani dell’Enel la politica neonucleare dell’Italia. «Troppi e documentati - ha detto Puppato - sono i dubbi sulla scelta nucleare e non solo alla luce dell’emergenza creata dal terremoto in Giappone. Dubbi sui rischi per la salute umana e l’ambiente e sui costi altissimi come dimostra l’unica centrale attualmente in costruzione in Europa quella in Finlandia».

Antonino Pipitone dell’Idv ha anzitutto illustrato la mozione del proprio gruppo che afferma l’indisponibilità del Veneto ad accogliere non solo centrali ma anche siti di stoccaggio e smaltimento di scorie e chiede un Piano energetico regionale che potenzi ulteriormente il ricorso alle fonti di energia rinnovabili e la promozione del risparmio energetico. Sul piano politico l’esponente dell’Idv ha sottolineato l’incoerenza del Presidente Zaia, che dopo aver votato come ministro la legge delega n. 99/2009 che riapre la corsa al nucleare in Veneto si dice contrario ad una centrale.

Nel presentare il documento della Federazione della Sinistra Veneta, Pietrangelo Pettenò, ha sottolineato «che la Lega Nord, favorevole al nucleare a Roma e contraria in Veneto, fa le capriole su una scelta strategica non solo per la nostra regione, ma per il nostro paese, per cui - ha ribadito - sono necessarie posizioni nette e coerenti. Il Veneto - ha ricordato ancora Pettenò - non ha fatto alcun ricorso contro il decreto del Governo, votato a Roma anche dalla Lega, che non prevede la consultazione delle Regioni».

Federico Caner, capogruppo della Lega Nord, nel presentare la mozione, ha voluto rispondere ad alcune critiche secondo le quali la Lega dimostrerebbe incoerenza nelle sulle posizioni per quanto riguarda il nucleare. «Noi oggi - ha sottolineato - siamo chiamati a decidere per quanto riguarda il nostro territorio. Quando Zaia ha votato a Roma a favore del nucleare - ha poi ricordato - l’ha fatto in un organo collegiale, oggi è Presidente del Veneto e risponde per il Veneto. Siamo chiamati, come assemblea regionale, a decidere per il nostro territorio e noi della Lega siamo sempre stati contrari al nucleare in Veneto».

Dario Bond, capogruppo Pdl in Consiglio regionale, non la prende molto bene. Anche perché, visti i sondaggi che danno il nucleare inviso a 3 italiani su 4, il rischio è che resti solo il Pdl con il cerino acceso: «Questa delle Lega è la politica dei due forni. E’ chiaro che quel che è successo in Giappone impone una pausa di riflessione ad ogni livello (...) Oggi la Lega presenta questa mozione, e va bene, ma come la mettiamo con la disponibilità manifestata da Zaia al governo? Non si può giocare sempre su due tavoli, così è troppo comodo».


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