Libia, Gheddafi punta Bengasi Risoluzione Onu: forse ci siamo Tripoli: "Attacco al Mediterraneo"
Prosegue l'avanzata delle milizie del Raìs verso la roccaforte dei ribelli. Le Nazioni Unite decidono sull'intervento militare. Gli Stati Uniti: sì, ma niente truppe. Russia chiede chiarimenti. Tripoli: "Colpiremo arei e navi"
Il colonnello libico Muammar Gheddafi in tv (Ap/Lapresse)
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BAHREIN Ancora morti negli scontri. Il re: "Stato di emergenza"Roma, 17 marzo 2011 – E' un'avanzata costante quella delle forze pro-Gheddafi. Ieri il figlio del Raìs Seif-al Islam dichiarava: “Nel giro di 48 ore sarà tutto finito”. Il Colonnello nel corso delle ultime giornate è riuscito a riprendere il controllo di buona parte della Libia. L’esercito libico a lui fedele ha annunciato che e’ imminente un’offensiva contro la citta’ di Bengasi, roccaforte della resistenza contro il suo regime.
Il rais continua a ostentare sicurezza nei suoi interventi televisivi: “Se si tratta di un complotto straniero lo distruggeremo - ha detto - e se si tratta di un complotto interno lo distruggeremo ugualmente”. Gia’ ieri l’esercito libico aveva iniziato a bombardare con artiglieria pesante e aviazione la citta’ di Ajdabiya, a 160 chilometri da Bengasi, interrompendo le vie di comunicazione tra le due città. Sul fronte internazionale appare ormai improbabile un’azione forte con l’imposizione di una no-fly zone e il dibattito, condotto in primis da Germania e Usa, verte soprattutto sull’inasprimento delle sanzioni contro il regime di Gheddafi. In Bahrein intanto centinaia di agenti in tenuta antisommossa hanno fatto sgomberare la piazza delle perle, occupata da quasi un mese dai rivoltosi. Negli scontri sono rimasti uccisi almeno tre manifestanti e due poliziotti.
NO-FLY ZONE, OGGI SI VOTA - Una nuova bozza di risoluzione chiede al Consiglio di sicurezza dell’Onu di approvare "tutte le misure necessarie" per proteggere i civili in Libia, tranne l’occupazione. Fonti diplomatiche francesi hanno riferito che la nuova risoluzione dovrebbe essere votata questa sera alle 22 ora italiana, e se approvata, entro "diverse ore" potrebbe essere effettuato un intervento militare a cui parteciperebbero "Francia, Gran Bretagna, forse gli Usa e uno o più Stati arabi".
Gli Stati Uniti sono favorevoli a nuove misure internazionali nei confronti nella Libia nella misura in cui non prevedano l’invio di truppe nel paese. Lo ha detto oggi il sottosegretario di stato William Burns. L’esponente americano ha detto che una ‘no-fly zone’ sulla Libia potrebbe avere effetti pratici ‘’importanti e positivi’’ ma che è necessario considerare anche altre misure. Burns ha detto che ‘’e’ difficile prevedere’’ la reazione di Russia e Cina sulla risoluzione Onu in elaborazione.
La Lega Araba ha confermato che i Paesi arabi parteciperanno militarmente per imporre una no fly zone sulla Libia, se questa verra’ approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha riferito Yahya Mahmassani, osservatore per la Lega Araba al Palazzo di Vetro. L’Egitto ha annunciato, invece, che non parteciperà a un eventuale intervento militare, se dovesse arrivare il via libera del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Immediata, arriva la minaccia dal governo libico: secondo fonti ufficiali di Tripoli, un' operazione militare straniera in Libia metterebbe a rischio la sicurezza nel Mediterraneo. Il ministro della Difesa libico ha detto che in caso di intervento straniero la Libia potrebbe attaccare il traffico aereo e marittimo nel Mediterraneo. Lo rivela l’agenzia libica Jana.
RUSSIA: "RUOLI DA CHIARIRE" - La Russia chiede dei chiarimenti sul progetto di risoluzione presentata in Consiglio di Sicurezza e che prevede la creazione di una zona di interdizione al volo sulla Libia, a poche ore dal voto. “Quale saranno i meccanismi di controllo di tal decisione, chi la metterà in pratica e in quali forme? Tutto ciò non è stato chiarito”, ha chiesto il portavoce del Ministero degli Esteri russo, Alexandre Lukachevitch, le cui dichiarazioni sono state riportate dall’agenzia di stampa russa Interfax. Sia la Russia che la Cina - entrambi membri permanenti del Consiglio e quindi con diritto di veto - si sono mostrate fino ad ora opposte o scettiche riguardo a un eventuale ricorso alla forza contro le truppe del leader libico Muammar Gheddafi.
NATO: "PRONTI AD AGIRE, TEMPO STA PER SCADERE" - Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, preme affinchè si trovi rapidamente un accordo sulla risoluzione: "il tempo sta scadendo", ha detto, se si vuole impedire che Muammar Gheddafi abbia la meglio.
"Se Gheddafi prevale, si manderà un segnale chiaro che la violenza paga; il che sarebbe inaccettabile da un punto di vista umanitario e democratico", ha scritto Rasmussen sul suo profilo Facebook. "Ma il tempo sta scadendo. Prima le Nazioni Unite raggiungono un accordo, meglio è". Rasmussen ha ripetuto che la Nato è pronta a proteggere la popolazione civile se ci sono «una necessità dimostrabile, una base legale chiara e un forte sostegno regionale".
GUERRA CIVILE - L’esercito libico sospenderà ogni operazione a partire da domenica per permettere alla ribellione di arrendersi e di usufruire di un provvedimento di amnistia: lo ha reso noto l’agenzia di Stato libica, la Jana.
Nel frattempo, si aggrava sempre di più il bilancio delle vittim. Sarebbero stati quasi cento i morti mercoledì a Misurata nell’offensiva delle truppe governative contro una delle ultime roccheforti dei ribelli nella Libia occidentale. Citando un portavoce dei rivoltosi, che non ha voluto identificarsi, Al Jazira ha riferito che i ribelli avrebbero perso 18 uomini mentre in quelle lealiste i morti ammonterebbero a ottanta.
Dal canto suo la televisione di Stato libica ha trasmesso un discorso rivolto da Muammar Gheddafi a un gruppo di giovani sostenitori del regime, originari proprio della località contesa della Tripolitania: quella di oggi "sarà la battaglia decisiva" per riconquistare Misurata, ha proclamato il colonnello rivolgendosi ai suoi fedelissimi. “Sarete chiamati a imbracciare le armi per prendervi parte”, ha avvertito, esortandoli a “non lasciare la città nelle mani di un pugno di pazzi”. “Presto”, ha aggiunto, sarà la volta anche di Bengasi.
Trenta persone tra bambini, donne e anziani sarebbero rimaste uccise negli scontri tra rivoltosi e lealisti ad Ajdabiyah, nell’est della Libia. Lo ha riferito Al Arabiya che ha citato un testimone, Abdel Bari Zewi. L’uomo sostiene di aver visto i cadaveri all’ospedale.
“Non erano ribelli”, ha precisato, aggiungendo di aver visto un centinaio di feriti. “Le forze di Gheddafi hanno circondato la città ed è in corso una feroce battaglia con i ribelli”, ha concluso.
PROFUGHI, ALLARME FAMIGLIE - Secondo gli ultimi dati riferiti dalla commissaria, dalla Libia sono gia’ fuggite circa 280 mila persone, di cui 140 mila in Tunisia, 120 mila in Egitto e altre in Algeria e Niger.Finora, ha spiegato la commissaria Gerorgieva, il numero di coloro che hanno abbandonato il paese era costituito soprattutto da lavoratori stranieri, mentre quello dei libici era piuttosto basso. Ora invece, ha proseguito la commissaria, c’e’ un ‘’numero crescente anche di libici, donne, bambini e anziani’’ che raggiungono le frontiere tunisina ed egiziana per lasciare il paese e la situazione potrebbe peggiorare. “E’ chiaro che Bengasi è minacciata’’, ha sottolineato ancora la commissaria. Finora l’Unione europea per far fronte alla situazione umanitaria in Libia ha stanziato complessivamente 71 milioni di euro.
INTESA MARONI-UE - Sul fronte dell’emergenza immigrazione "il ministro Maroni ed io abbiamo trovato un’intesa comune, che dobbiamo prepararci per ogni possibile scenario, finanziariamente così come con misure operative concrete". Lo ha affermato la commissaria Ue agli affari interni Cecilia Malmstroem al termine della telefonata avuta con il ministro dell’interno Roberto Maroni, con cui era previsto oggi un bilaterale a Bruxelles poi annullato in seguito "agli impegni a Roma" dello stesso ministro, ha riferito il portavoce della commissaria Marcin Grabiec.
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meglio tardi che maiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
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