lunedì, marzo 21, 2011

Strumenti chirurgici non sterilizzati: inchiesta in 17 province, 7 denunciati

ROMA - La Guardia di finanza di Belluno ha chiuso un'indagine che ha coinvolto decine di ospedali nelle province di Belluno, Padova, Milano, Mantova, Pavia, Lodi, Pordenone, Bologna, Reggio Emilia, Forl�, Cesena, Fermo, Ancona, Macerata, Lucca, Massa Carrara, e Roma, denunciando per frode in pubbliche forniture sette imprenditori.

L'indagine riguarda la commercializzazione e l'uso nelle sale operatorie di contenitori per la sterilizzazione di strumenti chirurgici (dispositivi medici di classe I), privi della marcatura Ce e non rispondenti ai requisiti di sicurezza. L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Belluno, era stata avviata a novembre dopo una segnalazione dell'ospedale San Martino di Belluno. La direzione sanitaria aveva rilevato presso un gruppo operatorio che alcuni contenitori per la sterilizzazione non avevano il marchio Ce e non si chiudevano ermeticamente, come previsto.

Le Fiamme Gialle hanno individuato il fornitore, un'azienda di Reggio Emilia, bloccando una partita degli stessi prodotti privi della marcatura Ce, tutti di provenienza turca. Da l� i finanzieri sono risaliti a tutti gli altri clienti (strutture ospedaliere pubbliche e private o altri distributori) ai quali la societ� aveva ceduto i prodotti.

Solo il 5% dei contenitori esaminati riportava la regolare marcatura, mentre la restante merce commercializzata non era conforme alla normativa del Ministero della Salute. In alcuni casi sui contenitori sequestrati sono state rilevate gravi anomalie, come l'inefficiente chiusura ermetica e la presenza di parti ossidate o corrose.

Le possibili conseguenze: pericolo di contaminazione ed infezioni per i pazienti e per il personale sanitario giornalmente a contatto con strumentazione chirurgica non sterilizzata. Sono state effettuate complessivamente 21 perquisizioni, di cui 16 presso strutture ospedaliere e Aziende Sanitarie Locali, che hanno portato al sequestro di 234 contenitori non a norma. Sette persone - i titolari delle ditte con sede in Reggio Emilia, Padova, Bologna, Fermo e Roma che hanno fornito in appalto i materiali difettosi alle strutture ospedaliere ed un rappresentante di commercio - sono state denunciate.

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